LA NOSTRA STORIA

Le ACLI, Associazioni cristiane lavoratori italiani, sono un’associazione di laici cristiani che promuove il lavoro e i lavoratori, educa ed incoraggia alla cittadinanza attiva, difende, aiuta e sostiene i cittadini, in particolare quanti si trovano in condizione di marginazione o a rischio di esclusione sociale.

Attraverso una rete diffusa e organizzata di circoli, servizi, imprese, progetti ed associazioni specifiche, le ACLI contribuiscono a tessere i legami della società, favorendo forme di partecipazione e di democrazia.

LE TRE FEDELTA' DELLE ACLI

Non si tratta di semplice ispirazione cristiana. Le Acli sentono il radicamento nel Dio di Gesù, nel suo Vangelo. Più che un’appartenenza culturale, le Acli vivono una “cittadinanza attiva” dentro la Chiesa, per far maturare una responsabilità, insieme alla comunità, alla vocazione evangelizzatrice nel mondo. Come ci insegna il Vangelo, e la sua traduzione nell’Insegnamento Sociale della Chiesa e nel Concilio Vaticano II, le Acli camminano nel mondo insieme a tutti gli uomini di buona volontà per un mondo in cui la libertà e la pace, la giustizia e la solidarietà, la responsabilità e la fraternità possano prevalere sulla violenza, sulle ingiustizie, sull’indifferenza, sull’egoismo. Per questo la vocazione educativa e formativa connota i pensieri e le azioni delle Acli fin dalla loro costituzione. Perché i cambiamenti sono necessari ma, se non sono sostenuti da una diffusa coscienza popolare orientata al bene comune, rischiano di essere effimeri.

Perché il lavoro è un elemento essenziale di manifestazione della dignità e dell’identità di ogni persona: la sua mancanza o precarietà incide sulla vita di ogni uomo e sulla sua visione del mondo. Per questo le Acli collocano il lavoro al vertice della scala delle priorità di ogni sistema economico. Il lavoro e l’uomo vengono prima di ogni sistema di produzione e di ogni profitto. L’economia e la finanza sono a servizio dell’uomo e non viceversa. Le Acli da sempre denunciano le carenze umane di un certo modo di concepire l’economia, col conseguente dominio delle cose sugli uomini: una parola scomoda ma profetica. La crisi di modello economico che stiamo vivendo in questi anni ancora ci chiede nuove analisi e nuove proposte, nulla va trascurato (neppure le proposte di “decrescita felice”). Elaborare e sperimentare un’economia compatibile con la vita delle persone, la tutela dell’ambiente, l’equità di un commercio solidale nel mondo, lo sviluppo equilibrato di ciascun fattore economico rappresenta un impegno che le Acli si assumono verso le future generazioni.

Perchè ci sta a cuore l’idea del “dopo di noi”, perché oltre le memorie e il tempo reale vi è l’urgenza della profezia. Non si vive semplicemente enunciando principi, valori, diritti e bisogni del tempo attuale: le nostre azioni assumono influenza anche sul lungo periodo. Crediamo che la politica, il lavoro e la pastorale debbano essere pensati in quest’ottica. Ci pare uno dei modi privilegiati per dire “responsabilità”.

Le Acli nascono nel corso di quattro incontri che si tenerono a Roma dal 14 giugno al 5 luglio del 1944, a pochi giorni dalla liberazione della città e all’indomani della firma del Patto di Roma che sancì la costituzione della Cgil unitaria.

La prima uscita pubblica delle Acli (considerata la nascita “ufficiale” delle Associazioni) si ha con un convegno svoltosi tra il 26 ed il 28 agosto 1944, nel convento di Santa Maria sopra Minerva, sempre a Roma. La prima forma con cui le Acli si resero visibili sul territorio e tra la gente fu quella del Patronato, istituito alla fine del 1944.

Giunge l’investitura papale; Pio XII ricevette le Acli al termine di un convegno nel quali si erano delineate le strutture operative dell’associazione: la presenza nel sindacato attraverso l’organizzazione di categoria, la presenza sul territorio attraverso il circolo, l’assistenza sociale, la ricreazione.
Già alla fine del 1945, con 250 circoli, il circolo rappresenta il centro di convergenza dei lavoratori, sede dove si organizzano le attività sociali, informative e formative e i servizi di base. Nel 1948 i circoli saranno 4825.
Le Acli fin dagli inizi si occuparono dei problemi specifici dei lavoratori della terra, il 12 maggio 1947 nasce “Acli Terra”.

E’ un anno cruciale per le Acli, perché con la rottura del Patto di Roma, rischiamo di scomparire.
Invece si trasformarono da corrente cristiana del sindacato unitario a “movimento sociale dei lavoratori cristiani”.
Gli anni 1948-1950 videro l’affermazione di alcune novità che segneranno profondamente la storia delle Acli fino ad oggi:
la presenza delle donne, dei giovani e vari organi di stampa, tra cui la rivista Azione Sociale fondata il 23 gennaio 1949.
Nel giugno 1949 si tiene ad Assisi il 1’ congresso nazionale dei giovani aclisti che sancì la nascita di Gioventù Aclista e nel luglio 1949 il 1’ congresso nazionale femminile delle Acli che documenta la costante attenzione delle Acli alle donne nella società.

Nasce la CISL, come “costola sindacale” delle Acli; questo permette alle Acli di dedicarsi con maggiore impegno alla missione educativa all’interno del movimento operaio.
Si sviluppano così nuove iniziative quali l’ENAIP per la formazione professionale (già operante dal 1945 ma costituito nel novembre 1951), l’organizzazione delle lavoratrici domestiche (che terranno il loro 1’ congresso nel giugno 1952), i convegni di studio e spiritualità, i servizi per gli italiani all’estero.
Per celebrare il loro primo decennio di vita, nel 1955, organizzarono a Roma una delle più grandi manifestazioni popolari mai viste fino ad allora. A Piazza del Popolo, il Presidente DINO PENAZZATO, tenne il discorso delle tre fedeltà (fedeltà alla classe lavoratrice, fedeltà alla democrazia, fedeltà alla Chiesa) e, nel pomeriggio, in piazza San Pietro, PIO XII battezzò il primo maggio come festa cristiana.

nasce ufficialmente l’US.Acli che aveva al suo attivo già numerose iniziative.
Per coordinare le attività ricreative nel giugno 1966 si costituisce l’ENARS nell’ottobre 1969 si costituisce ufficialmente il CTS (Centro Turistico Sociale) che era presente già dal 1945 e che assumerà nel giugno 1988 l’attuale denominazione CTA.
Infine nel 1968 viene istituito l’IREF (istituto ricerche educative e formative).
Lo “storico” congresso di Torino del 1969 decide la fine del collateralismo nei confronti delle DC e l’acquisizione del principio del voto libero dei cattolici, sottolineando il “ruolo autonomo” delle Acli nei confronti di qualsiasi ipotesi politica.

si svolge a Vallombrosa il 13’ convegno nazionale di studio dove viene lanciata l’ “ipotesi socialista” come nuovo asse della linea politica delle Acli.

Questa scelta ha come conseguenza per le Acli la deplorazione di Papa Paolo VI (giugno 1971) e il conseguente ritiro degli assistenti spirituali.

Con il ritiro del consenso anche la sede storica delle Acli, offerta da Pio XII, viene “ritirata”, e nel 1974 le Acli acquistano la sede di Via Marcora.

Il congresso del 1972 ha il delicato compito di esprimere una chiarificazione circa l’identità e il ruolo delle Acli a seguito delle “ardue prove” dopo il congresso di Torino.

Si approvano i primi due articoli dello Statuto – riportiamo l’art. 1- “Le Acli fondano sul messaggio evangelico e sull’insegnamento della Chiesa la loro azione per la promozione della classe lavoratrice e organizzano i lavoratori cristiani che intendono contribuire alla costruzione di una nuova società in cui sia assicurato, secondo giustizia, lo sviluppo integrale dell’uomo”.

Si dà anche mandato al consiglio nazionale di ricreare nuovi rapporti coi vescovi e la comunità ecclesiale.

Sarà negli anni della presidenza di Domenico Rosati (dal 1976 al 1985) che le Acli compiono i primi passi per il superamento e la riacquisizione di credibilità nella comunità ecclesiale, che vede nel dicembre 1976 la nomina di Padre Pio Parisi quale assistente spirituale.

In questi anni nascono nuovi organismi e servizi: il coordinamento donne (1982), l’Entour (1980), l’Unasp (1982), il Cnala (1983) e l’Ipsia (1985).

Gli anni successivi al terrorismo, vedono le Acli impegnate nell’affermazione di una propria forte identità, autonoma da logiche di partito, come polo di riferimento e orientamento morale, culturale e sociale.
In questa linea il congresso di Bari del 1981 pone l’accento sulla costruzione di “un movimento della società civile per la riforma della politica”.

nell’ambito del XVI congresso nazionale di G.A., circa 400 giovani furono ricevuti in udienza da Papa Giovanni Paolo II: era il primo segno che i rapporti tra le Acli e la Chiesa si erano sbloccati e iniziava il cammino di riconciliazione.

La prima metà degli anni ’80 vede le Acli fortemente impegnate sul tema della Pace; l’iniziativa che segna la presenza delle Acli sulla linea-guida della pace, è la marcia Palermo-Ginevra che si tenne dal 21 al 28 maggio 1983 sul tema “in dialogo per la Pace”.

Con la Presidenza di Giovanni Bianchi (1987-1994) le Acli si pongono come protagoniste di un polo riformatore della società civile; le Acli investono il loro impegno politico sulla promozione delle riforme istituzionali e del sistema elettorale. Nel corso di questi anni nascono nuovi soggetti associative: Anni Verdi (1988) e Fap-Acli (1990), Consorzio Solaris (1993).

Dopo la crisi radicale di tangentopoli e la stagione di “mani pulite”, anche le Acli sono chiamate a ripensarsi e  con il congresso straordinario di “rifondazione”, a Chianciano nel dicembre 1993, si apre una nuova fase costituente.

Il 1’ maggio del 1995, in piazza San Pietro alla presenza del Papa, le Acli festeggiano i 50 anni della loro nascita.

La prima metà degli anni ’80 vede le Acli fortemente impegnate sul tema della Pace; l’iniziativa che segna la presenza delle Acli sulla linea-guida della pace, è la marcia Palermo-Ginevra che si tenne dal 21 al 28 maggio 1983 sul tema “in dialogo per la Pace”.

Con la Presidenza di Giovanni Bianchi (1987-1994) le Acli si pongono come protagoniste di un polo riformatore della società civile; le Acli investono il loro impegno politico sulla promozione delle riforme istituzionali e del sistema elettorale.

Nel corso di questi anni nascono nuovi soggetti associative: Anni Verdi (1988) e Fap-Acli (1990), Consorzio Solaris (1993).

Dopo la crisi radicale di tangentopoli e la stagione di “mani pulite”, anche le Acli sono chiamate a ripensarsi e  con il congresso straordinario di “rifondazione”, a Chianciano nel dicembre 1993, si apre una nuova fase costituente.

Il 1’ maggio del 1995, in piazza San Pietro alla presenza del Papa, le Acli festeggiano i 50 anni della loro nascita.

Il congresso di Napoli del 1996 approva il manifesto del Nuovo Patto Associativo i cui punti essenziali sono: “Vita cristiana e vocazione educativa; valorizzazione delle soggettività maschile e femminile; riconoscimento e promozione del ruolo dei giovani e delle famiglie nella vita dell’associazione; valore della solidarietà e della partecipazione democratica; diritti della persona che lavora; collocazione delle Acli nel Terzo Settore; riforma organizzativa e orizzonte internazionale”.

Nascono inoltre due nuovi soggetti associativi: la Lega Consumatori (già operante dal 1971) e la FAI (Federazione Acli Internazionali).

Nel novembre 1998 viene eletto Presidente Gigi Bobba, il cui filo rosso della sua presidenza sarà quello del “futuro”.

La spinta verso il futuro diventa concretamente un’occasione per reinventare le forme della presenza delle Acli nella società che cambia.

Le Acli tornano a Vallombrosa dopo 30 anni, con un convegno si studi sul tema “Umanizzare l’economia”.

Con il congresso di Bruxelles del 2000, le Acli si impegnano ad essere protagoniste a tutto campo della vita sociale e politica a livello nazionale, europeo e  mondiale.

Nella scelta di Bruxelles c’è la consapevolezza che le Acli in questi decenni sono cresciute diventando transnazionali, presenti in 18 paesi del mondo.

Dopo questo congresso, l’impegno prioritario delle Acli è quello di operare una conversione associativa e una maggiore integrazione identitaria tra associazione, imprese e servizi.

Tratto da “Raccontare le ACLI”, edito da Aesse (il giornale delle ACLI) nel 2005, che in collaborazione con l’Ufficio studi e l’Archivio storico ha cercato di fare memoria, regalando in questo modo, a tutti i lettori, un piccolo “romanzo”: la storia delle ACLI. Chi volesse approfondire la storia può scaricare il testo integrale dal sito delle ACLI nazionali www.acli.it

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